Basandosi sulla definizione di Biocampo come principio organizzatore basato su scambio di informazione che circonda e permea i corpi viventi e che opera attraverso campi EM e quantistici, possiamo tentare di dare delle definizioni anche di altri termini spesso utilizzati in questo campo.
Uno di questi termini è quello dell’Aura che storicamente è legato alla percezione di un alone luminoso e variamente colorato che alcune persone, particolarmente “sensibili”, osservano attorno agli esseri viventi. Partendo da questa fenomenologia possiamo quindi definire l’Aura come l’ emanazione esterna al corpo del biocampo.
Rilevamento dell’Aura attraverso strumenti
Essendo l’Aura solitamente percepita come alone luminoso sovrapposto alla consueta immagine percepita dall’occhio umano, dal punta di vista scientifico si è sempre cercato di rilevare l’aura attraverso strumenti che rilevano energia elettromagnetica nel campo del visibile e nelle bande di frequenza laterali (UV – Ultravioletto ed IR – Infrarosso), che si ritiene non siano normalmente percepibili dall’occhio umano. L’acquisizione dell’immagine può essere fatta quindi con telecamere normali o di tipo multispettrale/iperspettrale.
Le telecamere multispettrali sono telecamere che hanno sensori in grado di rilevare più bande di frequenza (di solito fino ad un massimo di 6) distinte rispetto ai normali tre canali (rosso – verde – blue). Le telecamere iperspettrali invece aumentano il numero di bande e quindi la possibilità di analizzare con maggiore definizione un più ampio spettro di energia elettromagnetica.
Una tecnica di elaborazione utilizzata per evidenziare ed aumentare il costrasto tra punti di un immagine, al fine di evidenziare strutture o variazioni non percettibile normalmente dall’occhio umano, è la Polychromatic Interference Photography (PIP). La tecnica è stata proposta da un ricercatore biologo Harry Oldfield negli anni 80.
Un’altra tecnica che è stata utilizzata per tentare di rilevare l’Aura, cioè l’emanazione esterna al corpo del biocampo, è quella di sottoporre il corpo fisico ad un campo elettrico molto intenso per breve tempo. Questo fa si che i gas che circondano il corpo vengano ionizzati (gas ionizzato=plasma) e che, ritornando al loro stato di riposo, emettano fotoni che vengono catturati da telecamere. Questa tecnica ha origine dai lavori di Semyon Kirlian e Kostantin Koroktov.
Questa tecnica è comunque un tentativo indiretto di rilevare l’Aura, dato che la radiazione EM rilevata si riferisce agli ioni dei gas eccitati e non direttamente all’emanazione del biocampo. Per questo motivo è stato utilizzato anche il termine Bioplasma per indicare ciò che viene osservato, differenziandolo dal termine Aura.
Il termine Bioplasma è utilizzato anche in altri contesti, in biologia è un sinonimo di Ialoplasma – una parte del citoplasma cellulare; in altri contesti ci si riferisce alla possibilità che all’interno dei sistemi biologici possano esistere delle strutture atomiche in forma di plasma freddo con particolari proprietà di coerenza fisica.
La tecnica del Bioplasma è anche molto influenzata dalle condizioni ambientali come la temperatura e l’umidità. Nelle prove condotte con esseri umani queste condizioni variano anche in funzione dello stato della cute, dato che il rilevamento del bioplasma avviene solitamente vicino agli arti. I colori rilevati inoltre possono dipendere dalle lunghezze d’onda dei vari gas che compongono lo spazio osservato (l’azoto il blu, gli idrocarburi il rosso, l’ossigeno il giallo,…).
Per un elenco di strumenti che secondo i costruttori sono in grado di rilevare l’aura o il bioplasma vedere questa pagina.
Letteratura
Luciano Pederzoli – Fotografia dell’aura umana: stato dell’arte – 2007
L.Pederzoli, D.Gullà, F.Richeldi – Una tecnica innovativa per la fotografia umana
Stanwick M. – Aura photography: mundane physics or diagnostic tool? Nurs Times. 1996 Jun 19-25;92(25):39-41.
Duerden T – An aura of confusion: ‘seeing auras-vital energy or human physiology?’ Part 1 of a three part series. – Complement Ther Nurs Midwifery. 2004 Feb;10(1):22-9.
Duerden T – An aura of confusion Part 2: the aided eye-“imaging the aura?” – Complement Ther Nurs Midwifery. 2004 May;10(2):116-23.