Tensegrità

Il termine Tensegrità (tensegrity nasce dalla fusione di tension e integrity) ha origine in architettura e sta ad indicare una struttura costituita da elementi discreti e distinti sottoposti a forze di compressione e da elementi continui sottoposti a sforzi di tensione.

Tale definizione è stata poi utilizzata anche in altri campi, nell’arte e poi nella biologia e nella fisiologia (per esempio per la struttura del citoscheletro delle cellule).

Il termine è stato usato anche dall’etnologo e scrittore Carlos Castaneda, quando ha iniziare a diffondere delle pratiche , i famosi “passi magici”, che affondavano le radici in antichi riti praticati dalle donne e dagli uomini sciamani del Messico precolombiano.

I “passi magici”  consistono in una serie di movimenti, posizioni del corpo e respirazioni. Secondo la tradizione, si erano rivelati agli sciamani Toltechi attraverso i sogni. I movimenti permettono di muovere l’energia vitale di spostare il “punto d’unione”, variando e potenziando le capacità di percezione.

La tensegrità può essere inteso come  lo stato di equilibrio tra la tensione e il rilassamento. Nei movimenti proposti vengono alternate situazioni di  tensione e rilassamento dei tendini e muscoli del corpo, accompagnate da tecniche respiratorie. Gli esercizi possono essere eseguiti sia in ambienti chiusi sia all’esterno.

Sopratutto immersi nella Natura alle pratiche di tensegrità possono essere affiancate altre tecniche di origine sciamanica come le camminate di potere o di attenzione.

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